Recensioni Reviews
Scheda
Soggetto:
Nic Balthazar
Sceneggiatura:
Nic Balthazar
Regia:
Nic Balthazar
Prodotto da:
MMG, BOS.BROS
Distribuito da:
One Movie
Edizione italiana:
VISION - Milano
Dialoghi italiani:
GIANNI GAUDE (traduzione di ALESSANDRA PODESTA' e BARBARA VIOLA)
Direttore del Doppiaggio:
ALBERTO OLIVERO
Assistente al doppiaggio:
ANDREA DE NISCO, CARLA METE
Fonico di doppiaggio:
GIANFRANCO ZORZI, MAURIZIO LOFFREDO
Fonico di mix:
GIANFRANCO ZORZI
Voci:
Greg Timmermans:
FLAVIO AQUILONE
Laura Verlinden:
DEBORA MAGNAGHI
Marijke Pinoy:
CINZIA MASSIRONI
Pol Goossen:
ALBERTO OLIVERO
Titus De Voogdt:
FEDERICO ZANANDREA
Maarten Claeyssens:
PAOLO DE SANTIS
Tania Van der Sanden:
MAURA MARENGHI
Gilles De Schrijver:
RENATO NOVARA
Cesar De Sutter:
VALERIO POMERO
Ron Cornet:
GIANNI GAUDE
Jakob Beks:
LORENZO SCATTORIN
Peter De Graef:
MAURIZIO ARENA
Greg Timmermans:
VALERIO POMERO
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dialoghi italiani |
1 | |||
direzione del doppiaggio |
0,5 | |||
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Compito difficile quello di Nic Balthazar di rendere il disagio di chi vive in un’altra dimensione, in cui riesce in gran parte ma non del tutto. Infatti, mentre il film attraverso la perfetta interpretazione del suo protagonista (e l’ottima di tutti gli altri) ci fa entrare in un altro mondo e ci rende consapevoli dei limiti umani e della scienza, mentre ci mostra con freddezza la ferocia umana che seleziona senza pietà i suoi dissimili e mostra i limiti delle regole di convivenza, mostra anche il suo inevitabile cedimento sul piano narrativo scivolando sul taglio documentaristico e volendo individuare a tutti i costi una visione finale moral-buonista che ci dia una speranza. Resta importante l’interpretazione di Ben, le sue solitarie camminate, il dettaglio delle sue mani, la rappresentazione del suo mondo e della sua solitudine.
Il doppiaggio, in compenso, è da buttare tutto, peccato perché sarebbe potuto essere una possibilità in più per lo spettatore italiano. Innanzitutto la versione italiana dei dialoghi (scritta a tre mani, chissà perché) è molto piatta, non c'è differenziazione tra i personaggi, e ha molte imprecisioni (giusto qualche esempio: ma che c’entrano gli «okay» in un film fiammingo? perché strillano «loser?» perché «veterano»?), ma soprattutto completamente fuori ritmo e con un sinc inesistente, come se ci si fosse esclusivamente preoccupati delle lunghezze – e neanche tanto - per non farla sembrare troppo una versione oversound. Gli attori sono scollati dai personaggi o hanno un tono di maniera, da compitino, che li rende irreali e grotteschi, segno di una direzione inadeguata che non è stata in grado né di scegliere le voci né di governarle. Anche il protagonista, nel suo ruolo di narratore, procede stancamente addolorato senza mostrare la personalità di Ben, sembrando uno scrittore consumato che nella vita si atteggia ad autistico. Brava Debora Magnaghi, ma non giusta su Scarlite. Certo, BenX era un doppiaggio “difficile” ed è una delle tante dimostrazioni del modo in cui tanti film europei vengono trattati. Tritati.
Marnie Bannister
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