Recensioni Reviews
Scheda
Soggetto:
Joseph Kanon
Sceneggiatura:
Paul Attanasio
Regia:
Steven Soderbergh
Prodotto da:
SUNSET-GOWERS STUDIOS, WARNER BROS. PICTURES, SECTION EIGHT LTD.
Distribuito da:
WARNER BROS. ITALIA
Edizione italiana:
SEFIT-CDC
Dialoghi italiani:
MARCO METE
Direttore del Doppiaggio:
MARCO METE
Assistente al doppiaggio:
IVANA FEDELE
Fonico di doppiaggio:
GIANCARLO MATTACOLA
Fonico di mix:
ALESSANDRO CHECCACCI
Voci:
George Clooney:
FRANCESCO PANNOFINO
Cate Blanchett:
MARIT NISSEN
Tobey Maguire:
MARCO VIVIO
Leland Orser:
RICCARDO ROSSI
Tony Curran:
ANTONIO SANNA
Beau Bridges:
MICHELE GAMMINO
Jack Thompson:
RENATO MORI
Dominic Comperatore:
HELMUT PLAKOLMER
Robin Weigert:
BEATE JARZOMBSKI
Ravil Isaynov:
IVAN MELKUMJAN
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dialoghi italiani |
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direzione del doppiaggio |
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Una bella confezione che però, a sorpresa, non contiene quasi niente, questo Intrigo a Berlino. Soderbergh sembra più preoccupato a ricreare atmosfere e costruire citazioni (Casablanca finale francamente un po’ eccessiva) che a farcele vivere, e così questo noir in blanc et noir non ci prende un granché e i bravissimi Clooney e Blanchett sembrano spesso ridotti a begli oggetti vittime di un esposimetro implacabile. Insomma, Soderbergh si sarà pure divertito, noi, pur appagati sul piano estetico, un po’ meno.
Il Marco Mete direttore di doppiaggio fa buone scelte, come far doppiare i tedeschi (la Blanchett, la Weigert e Comperatore) e il russo Isaynov da attori madrelingua, risparmiandoci l’effetto sturmtruppen; buone anche le interpretazioni dei doppiatori italiani, tutti misurati e in parte. Il Marco Mete dialoghista, invece, sembra andare un po’ a naso, senza un vero progetto traduttivo. Si spiegano così una serie di stonature (brutti congiuntivi come quello dell’autista Tully in un eloquio che peraltro si sforza di sembrare basso: “vedendolo di persona non avrei detto che fosse un allocco”, o a snaturare una conversazione che vorrebbe avere un tono privato: “Quando sei tornato da Berlino non facevi altro che dire quanto scopasse bene la tua segretaria”), un errore di italiano che fa quasi tenerezza: “I russi stilleranno un rapporto di polizia”, un “contattare” inverosimile a Berlino nel ’45. Discorso a parte merita la decisione di non doppiare il discorso del presidente Truman a Postdam, incomprensibile specialmente dopo aver fatto lo sforzo di ricostruire il tono del cinegiornale, con tanto di voce, d’epoca.
Forse bisogna ragionare se sia sempre conveniente che il direttore di doppiaggio curi anche i dialoghi del film, scelta che sembra ormai prevalente nella distribuzione: con i tempi “stretti” che corrono, si rischia di sbagliare il doppio.
Valerio Moretti
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