Recensioni Reviews
Scheda
Soggetto:
Henri Cueco
Sceneggiatura:
Jean Becker, Jean Cosmos, Jacques Monnet
Regia:
Jean Becker
Prodotto da:
Ice3, K.J.B. Production, Studio Canal, Fr2, Rhône-Alpes Cinéma, Canal+, Ciné Cinémas, Cnc
Distribuito da:
BIM
Edizione italiana:
Diadema Service
Dialoghi italiani:
Federica De Paolis
Direttore del Doppiaggio:
Giulio Doni
Sonorizzazione:
PCM Audio
Voci:
Jean-Pierre Darroussin:
Franco Zucca
Daniel Auteuil:
Luca Biagini
Alexia Barlier:
Barbara De Bortoli
Fanny Cottençon:
Alessandra Korompay
Hiam Abbass:
Anna Rita Pasanisi
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dialoghi italiani |
3 | |||
direzione del doppiaggio |
1,5 | |||
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Daniel Auteil, pittore in crisi familiare, torna a vivere nella casa avita in campagna e là rincontra Jean-Pierre Darroussin, un vecchio compagno di scuola che assume come giardiniere. Da qui e fino al commovente e un po’ scontato epilogo, il film è un ininterrotto e verboso confronto (il "dialogue" del titolo) tra due visioni della vita e del mondo opposte: quella borghese e disincantata del cittadino e quella semplice e concreta del campagnolo. È proprio a causa della verbosità, che spazia dal luogo comune all’ovvietà, che il film non riesce a decollare, complice anche un Daniel Auteil quasi a disagio nella parte.
Per venire al doppiaggio, Luca Biagini non convince: il suo è un Daniel Auteil sempre troppo sopra le righe, quasi non fosse stato diretto (en passant, nel dialogo con la futura ex-moglie sempre fuori sinc, i due chiamano una certa Irène lui Irene e lei Iren, miracoli della colonna separata). Meglio Franco Zucca nella parte del giardiniere, cui riesce a restituire per lo meno un tono diretto e un certo candore.
I dialoghi, come da copione originale, sono scontatelli, ma Federica De Paolis è brava a costruire i diversi registri linguistici di due mondi tanto distanti. Restano insoluti due misteri, quello del doppio senso della battuta del pennello all’inizio del film, che si suppone ma non si coglie, e quello sulla plausibilità dell’uso del termine "i fratelli Rischiatutto", perché – salvo che l’italico format non avesse dilagato in Francia (ma sicuramente non con quel titolo, e comunque viene legittimo il sospetto che Michèl Bongiornò sarebbe stato respinto alla frontiera) – al confuso spettatore viene da pensare che i due abbiano passato la loro infanzia a Mondovì o magari a Cassano d’Adda.
Giovanni Rampazzo
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